Continuo a pensare che la relazione tra ulitare e utulisciare sia solo semantica e non etimologica, anche perché trovo che il “moralismo” popolare in cui si è esaltata la sessuofobia del passato (?) non avrebbe consentito o mal avrebbe sopportato che da un verbo legato al mondo dei bambini se ne sviluppasse (sia pure solo con l’aggiunta del suffisso frequentativo) un altro più o meno evidentemente legato alla sfera sessuale o, comunque, ad un’attività sessuale da riprovare (almeno sulla carta…). Ringrazio anche l’amico Angelo, soprattutto per quel “scimmarisciàre” che non conoscevo (la possibilità, invece, che le prime due sillabe di utulisciàre possano essere legate a utti è da escludersi) e che il Rohlfs non registra. Credo che sia composto da s- intensiva (dal latino ex) e il corrispondente dialettale dell’italiano mareggiare; se è così, viene confermata, se pure se ne avvertiva il bisogno, la creatività del dialetto: lavare le botti è come creare al loro interno una piccola mareggiata.
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