Di fronte alla schermaglia non posso non dire la mia e come ex insegnante e come cittadino, anche se, vivendo a Nardò, sono solo indirettamente interessato alla questione. Trovo (mi riferisco a “coofinanziato”) che sarebbe meglio conoscere l’italiano e usarlo correttamente prima di ricorrere a vocaboli stranieri (mi riferisco a water front) col rischio di dar vita a risultati ridicoli nel patetico tentativo di darci una patina di internazionalità. Dopo l’inghippo formale passo a quello sostanziale facendo notare (al di là della diatriba sui costi aggiuntivi o meno) che solo chi scambia il centimetro col metro non poteva in partenza rendersi conto che quel gomito avrebbe creato problemi di transito ad un mezzo più corposo di una semplice automobile. Sarebbe bastato un minimo di buon senso (se non c’è quello gli strumenti sofisticati come i programmi di progettazione e di simulazione servono a poco, ammesso pure che li si sappia usare dopo averli comprati) per evitare l’inconveniente e un’altra piccolissima dose della stessa fondamentale virtù (non scomodo inutilmente termini grossi come umiltà e spirito di servizio…) per ammettere l’errore (lasciando da parte il gioco dello scaricabarile) e chiedere scusa.
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