Versi frammentari, quasi incisioni su blocchi di pietra, che creano – come fossero pedine di un mosaico – un testo la cui unità poetica viene raggiunta attraverso il pensiero dominante, quello di rappresentare, isolatamente e nel trittico (ordinata sequenza di momenti interiori), la storia misticamente personale di un santo.
Si nota quanto l’autrice cerchi di combattere quel riserbo interiore che erroneamente viene da qualcuno definito “ermetismo dell’anima”, quando invece la “chiusura” è solo determinata dalla voglia inconscia di rifugiare nel nascondimento le proprie emozioni, i propri sentimenti, in questo specifico caso lo slancio religioso.
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