Dimenticavo di dire che il fatto che il rio Ferregiano fosse tombato è ininfluente alla tragedia. Tombare significa solo mettere al di sopra dell’alveo una copertura: nella condizione che il livello dell’acqua comincia a salire, il torrente a cielo aperto esonda, mentre il canale tombato rigurgita dalle aperture ( se ci sono) oppure se ermetico va in pressione (rompendosi o resistendo ). La conseguenza in caso di esondazione o rigurgito sono sempre quelle di un fiume in piena che corre per tutta l’area che l’acqua in sovrappiù decide di prendersi. Dalle immagini in tv, non molto diverse da tante altre tragedie, io ho visto gente mettersi nei guai per essere in piani interrati o per cercare di salvare l’auto, la moto o correre in macchina per mettere al sicuro un parente. Finchè non viene risolto il problema del tappo del Bisagno un chilometro più a valle (una cosa che ad oggi costerebbe duecentonovanta milioni di euro e che non si farà mai!) bisogna spiegare a questa gente il rischio che corre ogni giorno che piove e come comportarsi (non lasciare auto per strada, non percorrere quelle strade mentre piove specie con allarme metereologico, ecc..). Meccanismi difficili pure da attuarsi perchè Genova è particolare e poi perchè pare che appena parte un’alluvione la gente pensa solo a infilarsi in macchina. Ma forse proprio perchè si sentono al sicuro non conoscendo il tipo di rischio (mortale) che corrono arrivano a fare quel gesto fatidico in quei pochi minuti in cui tutto si incasina che gli costerà carissimo. Finora il massimo che è stato fatto in Italia è stato quello di mappare alla buona ( a volte solo con lo studio cartografico) alcune zone a rischio allagamento vietandone la trasformazione (o di costruire nuove costruzioni). Ma sono carte rimaste nei cassetti di tanti Uffci tecnici.
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