Insalata?! Oh, poveri noi, dove siamo capitati!
Cari civitonici, se mai aveste conosciuto prima Alfredo Romano, ci avreste pensato due volte ad esprimere con leggerezza questo lapalissiano errore d’individuazione ‘colturale’.
Invece, poveri voi, vi è toccato salire idealmente su un palco ad espiare l’imprudente cantonata. E Alfredo non perdona, pur essendo un buono d’animo. Eh già, confondere il tabacco con l’insalata quella volta ha messo a nudo la vostra scarna conoscenza delle tradizioni dei vostri nuovi vicini leccesi e a dura prova la loro pazienza. Vada per le schioppettate, chè a quelle, quando vanno a vuoto, bastano due parole di spiegazione per rimediare, ma il disinteresse verso le ragioni dell’immigrazione dei fratelli-salentini d’Italia va immortalato in un copione amaro e scherzoso, laddove l’istrionico Alfredo interpreta la sua gente e il suo dialetto con scanzonata disinvoltura e impressionante realismo. Un’attenzione particolare merita anche l’esecuzione degli antichi canti popolari in un duetto davvero ammirevole ed emozionante: Mina e Alfredo, radici diverse che si fondono in un’unica nota vibrante.
C’erano una volta i leccesi…e sempre ci saranno.
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Commenti su Leccesi, c’era una volta / 2a parte: Quando arrivammo a Civita Castellana di raffaellaverdesca
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