Dopo aver letto questi righi chirurgici intrisi di saggezza e senso critico, mi chiedo come mai Paolo Rausa non sia stato scelto dal Fato per consigliare, amministrare, proporre e risolvere i nostri problemi territoriali al posto di quei quattro masnadieri che ancora ci governano. Mi da’ un brivido di piacere ed incredulità sentire finalmente un chiaro squillo di tromba sopra tutto il baccano distonico di chi parla troppo, male e solo per il proprio interesse. Paolo trasuda cultura classica e dimostra con questa sua riflessione che solo la vera democrazia dipanerebbe l’inghippo: governanti e cittadini insieme nel rispetto delle necessità e delle identità culturali, paesaggistiche e storiche del nostro Salento. Finalmente il tanto invocato progresso assume significati e facce che lo rendono un organismo vivente e autonomo: una lettrice di Spigolature aveva tempo addietro invocato servizi più efficienti e incoraggianti il turismo (Ristoranti aperti anche fuori dalla stagione estiva, mezzi pubblici utili per gli spostamenti e i collegamenti, rapporto qualità-prezzo conveniente), qualcun altro aveva ridicolizzato il dispendio delle risorse economiche per ampliamenti stradali inutili di contro a strade lasciate a far concorrenza alla superficie lunare e oggi Rausa riassume ogni disagio e obbrobrio proponendo piste ciclabili accanto alle statali, raddoppio dei binari e tant’altro.
Avere intelligenza è una fortuna, provare amore una virtù, ma avere coscienza è un dovere.
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Commenti su Le autostrade del Salento fra ansia di modernità e rischi di scempi ambientali di raffaellaverdesca
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