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Commenti su Tre antichi detti pasquali e squillano le diverse campane etimologiche… di armandop

Sull’ultimo proverbio citato da Marcello: intanto credo che Pasqua Epifania sia da intendere come un unico nesso [con riferimento alla festa del 6 gennaio intesa come preannuncio (in greco epifàinomai=apparire) della Pasqua vera e propria (Gesù bambino adorato dai Magi come anticipazione della Resurrezione] e che il proverbio sia da interpretare così: Il giorno della Befana si vestono a festa (mutano d’abito) le signore bene, a Pasqua e Natale le popolane (furnàre).
Tutto ciò comporta per l’esatta ricostruzione del testo, la sostituzione di “a” che precede “Nnatàle” con “e”, nonché l’eliminazione della preposizione “a” che accompagna Bbifania; e, per sottolinearne i valori metrici (assonanza Nnatàle/furnàre; rima Bbifanìa/Signurìa ), io lo trascriverei così:

Ti Pasca e Nnatàle
si mmùtanu li furnàre,
ti Pasca Bbifanìa
si mmuta la Signurìa.


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