non ci sarei mai arrivato a simile trascrizione ed ho sempre utilizzato “gghè”. Bisognerà adeguarsi alla nuova grafia, molto convincente!
Integro con un altro esempio a proposito di iastimàre da *biastimàre: iata per beata/beato: iata a te=beato te; iata a queddha casa a ddò nc’è ‘na chìrica rasa=beata quella casa in cui risiede una tonsura, ovvero un chierico.
Solo un dubbio: iastimare, iata, iessi, iussu, ecc., non è meglio trascriverli con “jastimare, jata, jessi, jussu”?
Ho l’impressione che quando la “i” si appoggia ad una vocale si pronunci diversamente. Per esempio “iò-ieu” (pronome io), mi pare rendersi meglio con “jò-jeu”.
Noto una differenza di pronuncia tra questi termini e, per esempio, “la ‘ia” (la strada), in cui questa “i” non è la stessa.