Per quel che ne so:
Il frisaiolo professionista mette il sale prima dell’olio. Diversamente quest’ultimo crea una cortina che impedisce al sale di “legarsi” allu riddhru.
Altra sottigliezza consiste (ma non è obbligo) nel quasi grattugiare la buccia (la parte interna sempre) del pomodoro sulle rugosità della frisa per lasciarne la polpa.
In più la frisa di sotta per arrivare alla stessa consistenza della frisa di sopra deve stare in acqua qualche secondo in più. Notoriamente le frise di orzo mantengono la consistenza molto più di quelle di grano che invece sono più tenere.
Un articolo così ben fatto, però, non poteva dimenticare la locuzione “Sponzare”, che anche solo a pronunciarla stimola la produzione di endorfine
Sponzare una frisa vuol dire bagnarla nei modi suddetti. Una seconda accezione prevede che una frisa “hà spunzata” quando è stata bagnata troppo e comincia a gonfiarsi e sfaldarsi. Quest’ultimo effetto può aversi anche nel momento in cui nonostante la bagnatura ottimale passa troppo tempo prima che venga consumata. In questo caso però , vista la diversa causa (anche se dello stesso effetto) non si usa dire che “hà spunzata”.
Gli antichi usavano (come vezzo) bagnare la frisa nell’acqua di mare appena prelevata, ovviamente non aggiungendo altro sale.
Altra cosa importantissima: la tradizione vuole che la frisa vada mangiata con le mani.
Accetto smentite, naturalmente.