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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Leccesi, c’era una volta / Pasqualino torna dalla Svizzera. 7a ed ultima parte. di raffaellaverdesca

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Ho trovato un computer di fortuna a 1000km da casa. Io sono partita e Pascalinu è tornato. Sul tema dell’emigrazione abbiamo visto film e apprezzato personaggi creati con ogni cura comica e drammatica, ma oggi Alfredo ci ha consegnato una figura di emigrante che ha in più un ricco bagaglio di salentinità. Aspetto moderno, aria spregiudicata e tutto il necessario per far provare invidia ai paesani che lo accolgono: una bionda valchiria, un’auto fiammante, un portafogli gonfio di denaro e racconti falsati sulla Svizzera, la terra del Bengodi, quel posto in cui basta premere qualche bottone per guadagnare più di un gruppo di contadini in mesi di lavoro. Ma è un’euforia che non convince e Pascalinu, infatti, viene smascherato subito appena la sua famiglia e la sua terra lo abbracciano facendogli ricordare il miele di un sentimento che è dolce di sicurezza e forte di appartenenza. Cade allora la facciata di riscatto e la spavalderia del caro Pascalinu e rimane la crudezza drammatica del sacrificio e della sofferenza di un uomo sradicato a forza dalla sua casa in nome del lavoro e dell’emancipazione sociale, valori che sembrano non essersi realizzati in niente, nemmeno nei beni di lusso sudati e ostentati dall’emigrante davanti ai compaesani increduli. Loro credono a ogni suo racconto, lui non ci crede più… Grazie di cuore ad Alfredo, grazie per averci fatto ridere e commuovere attraverso i suoi ricordi, i suoi fantasmi e i suoi affetti, nostri nuovi amici per sempre.


Commenti su Tutto sull’origano e sui suoi utilizzi nella cucina salentina di Alessandro

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Ottimo come sempre. Però a me la mortadella (o il prosciutto) e il caciocavallo (anche se questo e’ del sud almeno) nella cucina salentina suonano sempre strano…
Non sono un esperto ma credo che queste cose si sono diffuse in tempi tutto sommato recenti e all’inizio solo tra chi se le poteva permettere.
Non credo che i miei nonni da piccoli conoscessero la mortadella.
Poi è chiaro che tutto evolve. Recentemente ho scoperto che la moussaka greca è stata creata sono negli anni ’20 (meno di cento anni fa), ma è uno dei piatti più conosciuti e famosi della cucina greca.
http://en.wikipedia.org/wiki/Moussaka
The modern Greek version was probably invented by Tselementes in the 1920s.

Commenti su Idrusa ritrovata di silvanabissoli

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Mi permetto di suggerire la lettura di qualche stralcio dalla stessa voce di Wilma Vedruccio… Infatti al libro è allegato un CD con il racconto di Idrusa, letto dall’autrice, con voce “appassionata” senza pretese attoriali, ma lasciandosi trasportare dal desiderio del racconto.
La musica di Rocco Nigro accompagna la voce di Wilma,

Commenti su L’ùngulu, ovvero il baccello della fava verde di fabio

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Il caro Armando lancia il sasso nello stagno e poi mi… scazzica l’etimo!
Ho trascorso 10 anni per motivi di lavoro a Foggia e spesso ho annotato le parole in comune con il salentino. Eccole!
Il dialetto di Vieste, Bovino e Foggia conoscono vùnghele (s.m.), quello di Manfredonia vònghele (s.m. e f.) ‘baccello di fave verdi’.
Ora mi si presenta il verbo derivativo neritino scungulare ‘sbucciare i legumi’ che trova il suo corrispondente nel leccese spungulare ‘idem’ (ma anche sprungulare, che Garrisi non nota nel suo dizionartio).
E qui mi parte l’etimo:
- l’iniziale del leccese sp- risalirebbe a sv- (quindi *s-vungulare) [come spergugnare 'svergognare']
- l’iniziale del neritino sc- risalirebbe a sc- originario (quindi *s-cungulare da un *cùngulu o *còngulu)
- l’iniziale del neritino sc- risalirebbe a sc- secondario da sg- (quindi *s-gungulare) [come salent. *sgangatu > scangatu 'sdentato']
Propendo la vicinanza alla comune origine del napoletano vòngola, senza però affrettarmi a sostenere un *conchulus (con o lunga) o simili.
Tuttavia, volendo eliminare i due su esposti per la voce neritina, ricordiamo che nei dialetti salentini sporadicamente si osserva il passaggio di v- a c- (vummìle / cummìle ‘recipiente di terracotta per l’acqua fresca’).
Purtroppo, quella di vùngulu/ùngulu/òngulu (c’è anche la variante con ò !!!) è la vexata quaestio …te lu subbratàula.

Commenti su L’ùngulu, ovvero il baccello della fava verde di armandop

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E se scungulàre fosse, più semplicemente, da ex estrattivo+ùngulu (che è poi la variante di Nardò), dal momento che questa preposizione latina davanti a parola iniziante per vocale ha esito sc- [scirràre=dimenticare <exerràre=andare lontano (dalla memoria)]?

Commenti su Nasce a Cannole il “Museo dell’Arte Olearia e della Civiltà contadina” di cosimo

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bellissimo ,non vedo l ora di visitarlo!!!

Commenti su Il lupino. La vera marinaaa… di zeldalis

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Il lupino should be worthy of food will meet the needs of the consumer

Commenti su Attrezzi di altri tempi, e non solo… di Angelo Micello

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runca, pure come avverbio, nella parlata veloce sostituisce il lungo addrhunca, e il più corto arunca. runca=dove. esiste l’abbreviazione ancora più corta ru.
vane addrhunca a scire
vane arunca a scire
vane runca a scire
vane a ru a scire
vanr ru a scire


Commenti su Attrezzi di altri tempi, e non solo… di armandop

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Caro Angelo, tutti i nessi da te citati con il loro progressivo dimagrimento non hanno assolutamente niente a che fare con la nostra “runca” (d’altra parte non riesco a cogliere il minimo collegamento semantico e tu stesso scrivi “runca=dove”).
“Addrhunca” e tutti i suoi compagni corrispondono al neretino “addònca” che è dal latino ad+ de+ubicumque=verso dovunque.

Commenti su Noncapiscol’artecontemporanea di armandop

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Debbo confessare che Sandro Bondi, come tutti i detentori di qualsiasi potere, Papa incluso, mi è stato antipatico, ma non sarei corretto se non dicessi che la sua dichiarazione mi trova, una volta tanto, sia pure parzialmente, consenziente. Prima, però, di rilasciare quella dichiarazione avrebbe dovuto studiarsi volta per volta ogni autore partendo dai critici e dalle loro più o meno discutibili opinioni che a tratti rasentano il nonsense. Io ho un dubbio atroce: quanti dei cosiddetti artisti contemporanei sono in grado di rappresentare realisticamente (in modo da renderlo immediatamente riconoscibile a tutti) un soggetto? Ricordo, riferendomi al campo in cui ho un’esperienza sia pure elementare, che in letteratura può tranquillamente, nel suo empito creativo, violare la grammatica solo chi ha dimostrato di conoscerla…

Commenti su Il teatro di Nardò Nostra di Fulvio

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Carissimo Marcello, rivedo con piacere Spigolature, spero di poterti ricontattare e parlare di vari argomenti. Cordialmente Fulvio Bitonti

Commenti su Il lupino. La vera marinaaa… di Salvatore Calabrese

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Spesso I ragazzini monelli, non solo loro, si facevano svuotare nelle mani il bicchiere di lupini e al momento di pagare con un guizzo se la svignavano scappando per i tortuosi vicoli lasciando lo sbigottito venditore col bicchiere e…… le mani vuote. Per ovviare a ciò, il venditore soleva alternare la frase urlata SO’ DI MARE VAGLIO’ con l’altra frase puramente commerciale e di avvisaglia per i furbetti, SORDI A MANU VAGLIO’

Commenti su Noncapiscol’artecontemporanea di Carlos d'Amore

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Ho sempre creduto che la virtù dell’artecontemporanea sia di trovare titoli strani e altisonanti per “opere” strane (vedasi lo foto sopra) e se mi spiegate quanto sia urgente cercare di insegnare alla gente come capirla allora vuol dire che avevo capito bene!

Commenti su L’ùngulu, ovvero il baccello della fava verde di fabio

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Non credo, poiché -x- intervocalica ha dato anche in italiano esiti in -sc- palatale (laxare>lasciare, lixiva>lisciva, coxa>coscia) e non in -sc- velare, mentre il salentino risponde con -ss- (lassare, lessìa, cossa). Da ex estrattivo+ùngulu dovremmo pensare a una neoformazione [giacché parliamo di una forma che ha già subito la lenizione di v-], che però avrebbe dovuto sortire in un *ssungulare [come ex+ àcenu 'acino'> ssacenare]. Forse davanti a vocale velare è stata posta una c di origine ignota? Mah! Tuttavia, il salent. scancare ‘divaricare le gambe’, se è derivato di anca ‘gamba’, lo sosterrebbe.

Per quanto riguarda la vicinanza al napoletano vòngola, aggiungo che sono convinto dell’esistenza di un nesso semantico tra il senso di ‘guscio’ e quello di ‘baccello’: il griko luìdi ‘baccello di fava’ è da un greco lobìdion (così il Rohlfs), il quale è dimin. di lòbos che nel greco classico aveva anche il significato di ‘guscio’. Poiché tra il romanzo salentino e il griko esistono connessioni semantiche più intense e intrinseche di quanto si creda, propendo per la derivazione da una voce molto vicina all’etimo del nap. vòngola (da lat. conchula, dim. di concha ‘(guscio di) conchiglia’).

Commenti su Gli occhi del lupo di raffaellaverdesca

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Parole snelle muovono passi tra i righi, a tratti veloci, a tratti lenti. Seducono come gli occhi misteriosi della donna-bambina del racconto, stendono le loro preziose esche, fatali per il lettore, lo stesso che rotola sulle stradine percorse dal protagonista alla ricerca di un volto, di un segno, di una risposta. Nero e rosa s’intrecciano, batte il desiderio come la coda di un pesce sulla sabbia e diventa un gioco pericoloso di curiosità e seduzione. In questo momento invidio Vincenzo che conosce la chiave capace di svelare la storia di quegli occhi, di chiarire l’identità di un cuore chiuso al mondo come imposte serrate. Un flash sensoriale improvviso, gli occhi ipnotici di un lupo in un crescendo di passione e morte infittiscono il mistero lasciando il passo a una donna dai capelli argentati che guarda attraverso una finestra e si chiude, per ora, la nostra fortunata porta sulla virtuosa scrittura di Vincenzo Ampolo.


Commenti su Ci servono i vostri suggerimenti per migliorare! di raffaellaverdesca

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‘…da una a tre risposte..’ è una proposta che non vale! Come mettere davanti a un goloso undici portate(è succulenta infatti anche l’opzione “Altro”!), una più buona dell’altra, è infliggergli un carico di pena chiedendogli di sceglierne solo tre. Nooooo, esimia Redazione, a questa crudeltà non era arrivato neanche Dante nella Divina Commedia! Lo so, lo so, siete aperti al mondo, degni e ammirevoli discepoli socratici, ed inoltre è necessaria una crocetta e una scelta per ovvie ragioni di chiarezza e discernimento,…ma io proprio non ci sto, perdonatemi: nelle vostre rubriche c’è già tutto quel che si può desiderare!
Siete voi che date a noi lettori interessanti suggerimenti e preziosi spunti di riflessione attraverso informazione e cultura: difficile fare il contrario dinanzi a siffatta offerta di prelibatezze.
Io voto segnando una voce fuori schema: “Mi sta benISSIMO tutto quello che ci proponete in virtù, opere e…missioni: crocetta su ogni quadratino!!!”.
In fondo non avrei potuto scrivere niente di diverso, parola di una golosa di cultura e novità!

Commenti su Ebrei nel Salento sotto i Del Balzo Orsini di luigi paolo pati

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lavoro eccellente,
la parola TETRAGRAMMATON incisa nello stemma di “Palazzo Guarini” di Arnesano (Le), deve far pensare ad una presenza ebraica in questa comunità?

Commenti su Ricordo della madre di raffaellaverdesca

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Nona è una donna sola, tanto riservata da tendere perfino all’autoisolamento. Una vita tranquilla, un po’ anonima, una grande bontà. C’è però nella sua solitudine un forte richiamo all’amore primario, quello materno, il sentimento che mai svanisce e sempre riscalda.
Forse Eleonora non ha figli o comunque non ne ha vicino a lei, perciò il suo stato emotivo e affettivo è rimasto a quello di figlia, orfana di una madre anziana ma senza tempo. Giorgio Cretì ha riportato alla nostra attenzione un caso universale di sentimento, il cordone ombelicale che mai viene reciso e sempre ci fa nutrire delle cure e dell’immenso affetto di chi ci ha generato. Splendido modo di illustrare il complesso concetto di eternità:
la donna che genera figli è infinito, amore che vince sulla morte perchè culla prodigiosa di vita.
E’ naturale che non tutte le sensibilità umane sono affinate al punto di inglobare verità come questa, ed ecco infatti l’ingresso di Giacomino, vicino di casa della protagonista poco avvezzo ad argomenti lontani dalla praticità del sopravvivere e del far di conto: la vita è per lui simile a una delle mucche che alleva e quindi nasce, cresce e, quando arriva il momento, è naturale e giusto che finisca.
Eleonora rimane ferita dalla brutalità di questo modo di pensare e, di tutta risposta, toglie il saluto all’amico. Sarà lo scampato pericolo dell’incendio di casa, evento che richiamerà l’aiuto di Giacomino come di tutti i vicini, a marcare ancor più il confine tra le diversità umane e la loro invocata armonia: sia per chi crede che per chi non crede, per chi è sensibile e per chi è rude, la vita continua e può farlo solo grazie alla solidarietà di tutti.

Commenti su Ci servono i vostri suggerimenti per migliorare! di Pier Paolo Tarsi

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Oggi siamo arrivati ad un milione di utenti, è una meta importante per questo blog, ci riempie di soddisfazione per il suo significare un milione di occasioni raccolte per condividere contenuti, conoscenza, pensieri, domande. Questo percorso, condensato freddamente in un numero, a scandagliarlo con un minimo di attenzione si scalda e diventa incandescente, porta alla mente di quanti si sono lasciati coinvolgere in una qualche maniera tanti giorni trascorsi insieme, tante battaglie svolte, tante persone nuove incontrate, conosciute, tante cose imparate. L’occasione è buona per dare la parola attraverso un sondaggio a tutti gli utenti che hanno contribuito a questo percorso condiviso per renderlo in futuro ancora più interessante. Forza, votate! ;)

Commenti su Ci servono i vostri suggerimenti per migliorare! di M.Grazia Anglano

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Non posso che condividere, quanto sopra Raffaella Verdesca, ha già espresso. In questo caleidoscopio di colori, profumi, odori che si fanno riflessione e sollazzo dell’anima e della mente, non potremo desiderare di più.

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