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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di Giacomo Cazzato

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Gli autorevolissimi commentatori, quali il preside Coluccia e il Magnifico Rettore non credo lascino dubbi sull’opportunità o meno degli ombrelloni con tanto di gazebo. La storia dell’uso dei giardini non convince nessuno. Nessuno mette in dubbio la qualità della famosa trattoria “Da Jolanda”. Menzognero è chi parla invece di un degrado del giardino. Le foto sono recenti, e parlano chiaro. Non ultima l’iniziativa “un roseto per Casa Comi” ad opera di amanti della cultura, proprio 4 mesi fa, in occasione dell’anniversario della morte di Maria Corti. Basta sfogliare i giornali di quei giorni. Forse un eventuale abbandono ( non solo dei giardini ) era addebitabile alla gestione provinciale.


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Pierpaolo, e non hai visto quando i piccioni imperversavano nel cortile interno!

Commenti su Articoli più letti dagli spigolatori… di gianni ferraris

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saggia riflessione in periodo di scoramento e di incapacità di vedere il futuro (parlo per me ovviamente). Solo una domanda: perchè è brutto il pezzo? Bah. A me piace.

Commenti su Articoli più letti dagli spigolatori… di gianni ferraris

Commenti su Articoli più letti dagli spigolatori… di Marcello

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Concordo, Gianni! Armando continua ad odiare il pezzo, che invece resta sempre più attuale. E quando si aggiunge lo scirocco, come in questi giorni…

Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di Stefania

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Non entro in merito per la concessione del giardino di palazzo Comi, se il sig. Cazzato afferma che le foto sono recenti…be’ direi che non sa neanche dov’e’ ubicato.

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Signorina Stefania, se fosse venuta con noi a Palazzo Comi, durante tutta la programmazione invernale della LUPSSU, che ho curato personalmente, a cui hanno partecipato nomi anche di livello internazionale, forse farebbe meno la spiritosa. Siete veramente bravi a infangare il vero! Il roseto nel giardino laterale è stato da poco messo a dimora ( marzo 2012) , unica cosa cambiata negli ultimi mesi sono le palme flagellate come in ogni dove dal punteruolo rosso e che sono state abbandonate a sé stesse dalla provincia.

Commenti su Quei “Volti di carta” che si rianimano nella penna di Raffaella Verdesca di raffaellaverdesca

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Quanta meraviglia tocca provare a un autore dinanzi alle sensazioni di chi lo legge!
Alfredo Romano, con la sua lettura e rilettura del libro, lo ha veramente riscritto impastandolo coi suoi occhi e con le sue emozioni. Ecco perchè la letteratura è patrimonio di tutti ed ecco perchè uno scrittore realizza opere come creature libere, bolle di sapone immortali, leggere, gocciolanti di tanta magia che ognuno può vederci dentro tutti i colori che vuole!
Provate anche voi a scoprire i vostri arcobaleni, le tinte di un ricordo, le sfumature di un sentimento.
Alfredo, passionale pittore di parole, ha oggi colorato quei ‘Volti di carta’ a cui una penna, un giorno, ha restituito l’anima.
La mia gratitudine giunga a te, caro Alfredo, e ancora una volta a tutti coloro che hanno letto e leggeranno un po’ della nostra storia mettendo a nudo frammenti brillanti del proprio sentire: è solo con la luce, infatti, che tutto prende colore ed è solo col colore che tutto prende vita!


Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di raffaellaverdesca

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Fermo restando che c’è e deve esserci comunque e ovunque la libertà d’opinione, penso fermamente che prima di parlare sia necessario sempre accertarsi di ciò che si dice e stilare una lista delle priorità personali: che posto occupa il rispetto del prossimo, dell’ambiente, del valore che oggetti all’apparenza comuni, a volte inutili, possono avere per l’identità di un popolo? (E al ‘popolo’ apparteniamo tutti, a uno a uno, vi piaccia o no!)
Nel film di Antonio Albanese “Qualunquemente”, satira divertente e urticante sul malcostume generale, sulla contaminazione e sul degrado di solidi principi che hanno portato attraverso i secoli al risultato delle nostre persone, oltre che della parte migliore di questa nazione, si ironizza sui divieti categorici imposti dalla Sovrintendenza dei Beni Artistici e Culturali riguardo al trafugamento di anfore e reperti archeologici al fine di concludere nel più breve tempo possibile la realizzazione di un Centro Turistico balneare nel Sud Italia. Il protagonista parla di ciarpame, di cianfrusaglie orride, perfino rotte, per la cui rimozione, piuttosto, avrebbero dovuto ringraziarlo e pagarlo a peso d’oro. Bene, se la storia parla a sordi e implora aiuto ad avidi e insensibili affaristi, sarebbe bello se noi, cittadini comuni, rafforzassimo la sua voce con la nostra, in coro, chè anche un movimento labiale possa scuotere ‘…chi non vuol sentire’, ovvero ‘…il miglior sordo’!
La Provincia ascolti, taccia ed agisca di conseguenza, magari con onore.
PierPaolo ha ragione denunciando situazioni al limite, quelle in cui per avere finanziamenti e attenzioni, a volte, è necessario inventarsi mille strategie per aggirare burocrazie e durezze delle amministrazioni sul tema MANUTENZIONE e CONSERVAZIONE.
Siamo quelli che tagliano sull’essenziale, sul glorioso, sul prezioso per avere il lezioso, l’inutile, se non addirittura il dannoso.
Non credo che una coscienza critica e reattiva come quella di Giacomo Cazzato, prototipo della forza giovane che manca e viene neutralizzata con astuzia in questo Paese, possa denunciare senza documentazione e coscienza, possa informare e sensibilizzare senza passione e credo.
Se anche fosse vero, per assurdo, l’1% di ciò che in quest’articolo viene descritto e circostanziato, varrebbe pur sempre la pena accertarsene, ribellarsi, collaborare affinchè queste atmosfere raffinate di Palazzo Comi, humus benefico al nostro senso critico e alla nostra cultura individuale e territoriale, conservino la propria dignità e difendano il proprio esistere.
Di “Rotonde sul mare” ne esistono a bizzeffe in questo Paese, così come di agriturismi, castelli e palazzi storici umiliati ad ospitare matrimoni, scuole, magazzini, possibile che l’unica cosa che il mondo debba ormai invidiarci sia fatta solo di spaghetti?

Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di Lecce Sette

Commenti su Oria. La cripta delle Mummie, unico caso di laici mummificati di piero

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Di fronte ad un articolo del genere si può ben comprendere che l’autore è stato sopraffatto dall’entusiasmo di divulgare questo ulteriore tesoro ai più misconosciuto. Grazie per l’articolo e se c’è qualche errore lo uso quale tattica per stare più attento nella lettura, ringraziando ancora l’autore per il dono. Ci sono gli errori grammaticali, ortografici, etc.ma quelli menzionati li definirei eccessi d’amore! Grazie ancora.

Commenti su Oria. La cripta delle Mummie, unico caso di laici mummificati di Admin

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Grazie a lei gentile Piero.
06 luglio 2012
Franco Arpa

Commenti su Galatina. La Quercia Vallonea, testimone silenziosa di wilma vedruccio

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Noi siamo i nuovi arrivati, loro c’erano da sempre silenziosi. Noi ci meravigliamo di loro, li scopriamo, li mappiamo finalmente, ma loro erano lì prima di noialtri. Hanno visto restringersi sempre più il loro areale, hanno tremato con tutte le loro foglie, hanno raccolto a sé le radici, hanno bevuto il fresco delle notti.
Ora forse per loro è “passata ‘a nuttata” perchè noi ora finalmente li vediamo, teniamo alla loro ombra, alla loro storia, vorremmo moltiplicarli così in quattro e quattrotto, così gonfi della nostra onnipotenza e così inconsapevoli del pozzo di tempo necessario perchè un albero diventi tale…
Chissà, forse ora diventeranno l’unità di misura di una rinnovata civiltà.

Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di antonella ricchiuto

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Mi chiedo …
ma qualcuno di noi .. o di Voi altri,
ha pensato che questa piccola trattoria, se così la vogliamo definire è ormai nota a molti in Italia e non solo…??
Che aprire dei giardini di un palazzo a miglior vita rispetto a quella a cui sono destinati ad oggi non è poi la fine del mondo, ma solo l’ inizio di un nuovo momento storico?
Chi dice che quest’ utilizzo sarebbe altrernativo ad altri?
Solo in aggiunta ovvio, si può concederne l’ uso a una piccola trattoria che porta Lucugnano nel mondo.
Se non si ha la forza economica di drestinare le strutture ad un utilizzo più adeguato perchè non farne uno come questo ?
Riprendiamo tutto dalla semplicità…. senza troppi moralismi nè invidie se possibile .

Commenti su Ricordo di Pitrìna, contadina copertinese d’altri tempi di wilma vedruccio

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Che bel ritratto, due pennellate di parole e nasce un personaggio a tutto tondo!!


Commenti su “Velina”, ovvero dalle stalle alle stelle e viceversa nell’illusione, in qualche caso, che da una mucca nasca una stella… di Sergio Notario

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Caro Armando,
noi piemontesi non abbiamo “le veline”, ma, in compenso “le vallette”. Mi spiego. Il “vailèt” è il vitello e al femminile “vailëtta” la vitella (la ë è una semimuta) ci porta esattamente alla “valletta”. Perciò, sia la tua velina che la nostra valletta hanno medesime origini, poverette…Inoltre “vailèt” significa anche “villanzone” e di conseguenza il femminile….Infine, esisteva anche il “vailèt dla Comun-a” il “valleto comunale” che era il factotum per tutte le minime incombenze.
Complimenti per le tue analisi sempre puntuali e molto spiritose.
Sergio, il tuo corrispondente piemontese

Commenti su “Velina”, ovvero dalle stalle alle stelle e viceversa nell’illusione, in qualche caso, che da una mucca nasca una stella… di armandop

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Solo che, tra “vailëtta” (dialetto piemontese)=vitella e “valletta” (italiano)=assistente televisiva rigorosamente sexy, da un punto di vista etimologico corre una differenza abissale. La prima voce, infatti, è dal latino vìtula(m)=vitella, la seconda è derivata da valletto che ha un’origine più recente: dal provenzale vallet, a sua volta dal francese antico valet che è da un latino *vassallittus, a sua volta dal latino medioevale vassallus e questo, comincia a mancarmi il fiato…, da vassus=servo, di origine celtica. Un ultimo sforzo per dire che secondo me nemmeno vailèt=villanzone ha qualcosa a che fare col vitello, ma lo connetterei, piuttosto, col latino villàticum=di campagna, da villa=casa di campagna. Un caro saluto.

Commenti su Lucugnano di Tricase, i giorni della vergogna di wilma vedruccio

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Non chiedetemi perché, non saprei dirlo, ma questa storia di Lucugnano mi fa venire in mente un’altra storia dimenticata in fretta. Mi fa pensare al naufragio all’Isola del Giglio, senza morti per fortuna, ma ad un naufragio sì, mi somiglia, un naufragio di un mondo che è mal sopportato, quasi fosse una zavorra, da una categoria emergente che vede turismo e soldi dappertutto. Lì furono disattese le più semplici regole del codice del mare, alla ricerca di un divertimento facile e beota. Qui si stracciano petali di rosa, con semplicità, senza senso di colpa, forse perché le rose non sono mai state per loro metafora di vita. Per questo forse bisognerebbe salvare Casa Comi e il suo giardino, perché ci sia un luogo-simbolo di una dimensione alternativa di vita, perché il naufragio non sia totale e irreversibile, perché si possa ripartire dal coltivo di dieci piante di rosa, quale esercizio per una umanità da portare in salvo

Commenti su L’estate del padre di Juan De la Elia

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Ottimo racconto! Solo non credo più nei punti esclamativi…

Commenti su Torre Vado in lotta per salvare le sorgenti di Torre Vado. Sorgenti libere! « Spigolature Salentine

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