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Channel: Commenti per Spigolature Salentine
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Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di pino de luca

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Dimenticavo anche la separazione del grano dalla pula potrebbe essere interessante investigare…


Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di Pier Paolo Tarsi

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Grande pezzo, ma una spanna più grande resta la mitica Rosina :)

Commenti su Tripoli, 1911/2011 di gianni ferraris

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non proprio tutti i protagonsti vedevano il “bel suol d’amore”. Un’altra canzone, assolutamente meno conosciuta, diceva “o quanta sabbia sta Libia di merda – ci avevano detto che era un giardino – se abbiamo sete non c’è un fontanino – per vedere l’acqua ci tocca pisciar…..”
Chiedo scusa per il linguaggio, ma è testuale.

Commenti su Il mare d’inverno… di Tweets that mention Il mare d’inverno… « Spigolature Salentine -- Topsy.com

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[...] This post was mentioned on Twitter by marcello gaballo, marcello gaballo. marcello gaballo said: Il mare d'inverno…: http://t.co/2wxynSd [...]

Commenti su Un messaggio ai popoli in lotta al di là del mare di Raffaella Verdesca

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Da quale popolo un messaggio di libertà più sentito di quello salentino? Da quale poeta un pensiero più passionale e profondo? Belle immagini intessute di parole ad effetto, sonore, armoniose, leggere ma anche pesanti di sentimento e nobiltà, quella stessa che dovrebbe rendere uomini e popoli fratelli. Grazie, capitan Black.

Commenti su Ehi Sant’Oronzo, che si dice lassù? di daniele maddalo

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S. Oronzo:”Non lo so. Non vedo nulla a causa dei troppi fili del filobus!”.

Commenti su Ehi Sant’Oronzo, che si dice lassù? di Redazione

Commenti su Ennio Ciriolo e i suoi seminari a Felline e Alliste di salvatore

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Complimenti per l’iniziativa!! Sembra qualcosa di davvero profondo e fatto per bene!!
Spero tanto di esserci.
Salvatore


Commenti su Ehi Sant’Oronzo, che si dice lassù? di Pier Paolo Tarsi

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I soliloqui poetici di Gianni, le sue variazioni di pensieri e umori intorno a un caffè, sono per me un vizio ormai, lo ammetto, come i tanti di cui non riesco a fare meno. Grazie di cuore polentone di un Ferraris!

Commenti su Ulivi monumentali della Puglia. Interventi per la rilevazione sistematica di massimo vaglio

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Purtroppo, la legge della Regione Puglia sulla protezione degli ulivi secolari è una legge fatta male, anzi malissimo, basti pensare che sanziona giustamente la commercializzazione e l’espianto anche di una singola pianta, ma non prevede alcuna sanzione per il proprietario che per negligenza o incuria lascia distruggere dalle fiamme un intero oliveto secolare (vedi caso Sarparea), sarebbe bastato un unico articolo: “gli oliveti secolari, vengono assimilati alle aree boscate e soggiacciono alle stesse prescrizioni di legge. Purtroppo le cose semplici non si possono fare, è stato nominato un pool di giuristi che ha partorito il proverbiale topolino.

Commenti su Ennio Ciriolo e i suoi seminari a Felline e Alliste di valentino

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il prof. Ennio Ciriolo l’ho ascoltato la scorsa estate presso la marina di Mancaversa. E’ davvero spettacolare!! Dai soli documenti di archivio riesce a ricostruire la vita nei nostri paesi nel 1500!
Lo consiglio a tutti vivamente… dei seminari da non perdere!!!!!!!!!!!!!!

Commenti su Dalle murge salentine alla cordigliera cilena. Maurizio Nocera e Sergio Vuskovic Rojo di Dalle murge salentine alla cordigliera cilena. Maurizio Nocera e Sergio Vuskovic Rojo (III ed ultima parte) « Spigolature Salentine

Commenti su Dalle murge salentine alla cordigliera cilena. Maurizio Nocera e Sergio Vuskovic Rojo (II parte) di Dalle murge salentine alla cordigliera cilena. Maurizio Nocera e Sergio Vuskovic Rojo (III ed ultima parte) « Spigolature Salentine

Commenti su Spulisciàtu, ovvero il participio passato in funzione aggettivale più caro a Rosa di Nardò di Angelo Micello

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spulisciatu è usato solo come aggettivo e participio, mai come sostantivo. da noi ha significato di putrido, marcio, scotto, disfatto, fracido, riferito a qualunque cosa. possono spulisciare le piantine nei semensai, sono spulisciati i meloni nel campo.
sopravvive in una delle offese più forti che si possa fare ad una persona: i morti toi ‘…..’ , dove non solo si offendono le persone care defunte ma anche lo stato di disfacimento delle spoglie.

@pino de luca
forse intendi spatulisciare (sbattere) oppure spulicare (scoprire)

Commenti su Celebrazione o ricorrenza? di Pier Paolo Tarsi

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Non sono d’accordo, caro Pino, su diversi punti. Non sono d’accordo nelle responsabilità a mio avviso esorbitanti che attribuisci alla Tv commerciale nel generare certi fenomeni, i quali si fondano su ciò che siamo (nel bene e nel male): è la società a dare contenuto alla forma della tv, non viceversa, sebbene le caratteristiche di un media possono amplificare, assecondare, privilegiare solo determinati aspetti (già di per sé degeneri) di ogni società. Non credo, e non ci credono gli studiosi più attenti, al potere occulto di certi media, credo all’occulto potere della società che dei media si serve semmai. Quanto a Benigni, il grande Benigni, bene che ci sia questo immenso uomo, ma, si badi, egli può dare tutte le lezioni che vuole, ma non ne farei il modello, l’eroe che può dare lezione alla scuola, la vera agenzia deputata alle formazione della coscienza. I nostri figli guardano Benigni un’ora all’anno, a Sanremo, ora che ci costa anche un bel po’ come è noto (ma non mi interessano queste polemiche, sia chiaro), mentre molte di più ne trascorrono con i malpagati e vituperati insegnanti, quei precari che per una manciata di centesimi di euro all’ora (l’ora che a Benigni viene pagata qualcosa come 250000 euro), fanno ogni giorno, senza una platea che regala applausi, molto di più di ciò che ben retribuiti ipoteteci eroi fanno a fronte di sonante moneta e successo. Gli eroi sono questi (reali, nella società!), non li vede nessuno, e non ne parla nessuno, non vanno a Sanremo, non se ne cura nessuno, se non per dire che meritano una lezione da questo o quell’eroe (mediatico, questo si!) nazionale! Fottuta patria!


Commenti su Ehi Sant’Oronzo, che si dice lassù? di Marino

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Dalla notte dei tempi, tra le genti dei paesi del basso Salento (donde provengo) si dice che S. Oronzo facendo il gesto benedicente con il suo braccio proteso stia per affermare: “TRE SUNTU LI FESSI: LI PEPPI LI MINICHI E LI NTONI!” e siccome Vox Populi… vox Dei, cosa volete che vi dica altro?

Commenti su Eccidi e inganni dell’Unità d’Italia di patella

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sarebbe ora di smetterla con l arretratezza del sud e il mal governo dei Borbone, nel Piemonte sempre in guerra, il popolo viveva piu male che nel sud. I Savoia non erano più italiani dei Borbone, sono originari di oltre le alpi, la tassa sul macinato fu introdotta dal governo post unitario. per volontà di governo fu deciso che tutta l’industria fosse situata al nord e solo l’agricoltura fu destinata al sud, annullarono immediatamente gli accordi di scambio commerciali del regno borbonico con l’estero, il sud solo poteva vendere e comprare al nord, il nord era libero di comprare dove voleva, cosî le filature piemontesi continuarono a importare la lana dalla nuova Zelanda e rifiutavano la lana abruzzese ritenuta poco soffice, inoltre le pianure secche pugliesi e beneventane furono vendute ai ricchi signorotti del luogo che chiedevano affitti alle stelle, cosi gli allevatori abruzzesi furono privati anche di pascolo. Dieci anni dopo, ci fu una morìa di pecore, il governo non fece niente. per mangiare un agnello di propria produzione bisognava pagare il dazio. Nel passato la Francia comprava in blocco tutta la produzione di agrumi del Regno delle due Sicilie, subito dopo l’învasione non li comprò più, stava litigango con il Piemonte per via della cessione di Nizza e della Savoia, i contadini non furono indennizzati. Così si impoverisce un popolo e si fa arretrare . I Borbone avevano scelto di sviluppare vie marittime invece delle strade in riguardo alla conformazione geografica dello stato, avevano una flotta potente, Napoli era un porto commerciale fiorente, nel secondo giorno dopo la conquista le navi fecero rotta verso il nord. Così impediti, le industrie e il commercio, Napoli diventò porto di emigrazione. In riguardo alla cattiva amministrazione borbonica, fu mandato dal nuovo governo un osservatore che ne cantò le lodi, fu richiamato a Torino e messo da parte.

Commenti su A proposito di febbraio e del freddo di pino de luca

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Ci fibbraru è vintarulu ‘mprena l’arvili cu lu culu

Commenti su A proposito di febbraio e del freddo di Redazione

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cu llu scelu ti fribbaru mèndule no puni allu panaru

Commenti su Eccidi e inganni dell’Unità d’Italia di Alessio Palumbo

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Ribadisco ancora una volta che non è mia intenzione negare le conseguenze negative derivanti dall’unificazione nazionale. Tuttavia non è possibile farne un quadro con tinte esclusivamente cupe.
Il fatto che Savoia e Borbone fossero dinastie straniere, a mio parere, poco importa.
Non si può tuttavia negare che il regno di Sardegna avesse tutt’altra considerazione diplomatica rispetto a quello delle due Sicilie…soprattutto dalla guerra di Crimea in poi.
I commerci fiorirono o meno a seconda delle politiche economiche “nazionali”. Gli agrumi continuarono ad essere un punto di forza dell’economia siciliana per lungo tempo (si veda l’origine della mafia legata al commercio e la coltivazione di questi frutti nella conca d’oro Palermitana); le politiche protezioniste di certo danneggiarono settori forti nel sud, ma, nello stesso sud, ne avvantaggiarono altri perchè legati a ceti con più forza politica e parlamentare.
Le difficoltà dunque riguardarono le zone arretrate in genere (non bisognerebbe dimenticare che dal punto di vista migratorio o dei fermenti per il caro pane, etc. il sud fu spesso in linea con quel che accadeva nel nord est del paese ed in altre zone povere).
Analoghi discorsi potrebbero essere fatti per tutti i punti evidenziati in precedenza. Una visione storica di tipo “recriminatorio”, a mio parere, rischia di essere poco lucida e poco utile perchè viziata da atteggiamenti rivendicatori oramai poco contestualizzabili

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